venerdì 27 novembre 2009

Triage. La colpa di sopravvivere.



Il triage (termine francese che indica cernita - smistamento) è un sistema utilizzato per selezionare i soggetti coinvolti in infortuni, gravi o leggeri che siano, secondo classi di urgenza/emergenza crescenti, in base alla gravità delle lesioni riportate o del loro quadro clinico. (da Wikipedia)


Film
Ieri sera, al Festival di Fantascienza che in questi giorni colonizza la multisala triestina, dopo la premiazione di Christopher Lee (presente fisicamente in sala) con l'Urania alla carriera, è stato proiettato Triage, film di Danis Tanovic, con Colin Farrell, Christopher Lee e il bravissimo Branko Djuric, nella parte del Dr. Talzani. E' la storia di Mark, fotografo di guerra, impegnato con l'amico David - che sta per diventare padre - in un reportage in Kurdistan. Mark e David visitano un campo medico di fortuna gestito dal Dr. Talzani che, prestando soccorso senza mezzi adeguati, dopo aver effettuato il triage sui feriti che gli vengono portati, è costretto - per limitare le loro sofferenze - a piantare una pallottola in testa ai "cartellini blu", cioè a coloro che sono troppo gravi per cavarsela. Lo spettacolo, fedelmente registrato dalle macchine fotografiche, è tremendo, tanto che David decide di non continuare la missione e tornare a casa. Mark, invece, vorrebbe fermarsi per documentare l'offensiva annunciata da lì a due giorni. Inizialmente David si lascia convincere, ma dopo un conflitto a fuoco, prende la strada del ritorno.
Uno solo dei due amici riuscirà a ritornare a casa e per il superstite inizierà il calvario del senso di colpa.
Da vedere.

giovedì 26 novembre 2009

Trst je naš!

Alla prima di “Trst je naš!”

L’articolo è di Margherita Gianessi

"Il corto sloveno “Trst je naš!” del regista laureando Žiga Virc si è rivelato essere una spassosa presa in giro della nostalgia di un padre sloveno per il maresciallo Tito e i tempi della resistenza partigiana. Il sedicente comandante Franz (interpretato da Gojmir Lešnjak) tormenta moglie e figlia con le sue rievocazioni storiche della guerra dei partigiani titini contro i tedeschi nel tentativo di “liberare” Trieste. Il suo più prezioso amuleto è una “titovka”, il berrettino partigiano con la stella rossa regalatogli dal padre. La sua devozione è tutta rivolta ad un busto di Tito che venera con ceri accesi. Il suo disco preferito è la registrazione di un celebre discorso di Tito dove incita i suoi alla volta di Trieste: Trst je naš!. La moglie di Franz assiste paziente ma contrariata alle stranezze del marito. La figlia Mateja, che non conosce neanche una canzone partigiana, tollera con sufficienza le nostalgie ossessive del padre. Finché, tra i prati e i cavalli della campagna slovena, qualcosa scatta. Mentre il padre è sorpreso dalla polizia durante i suoi giochi di guerra e rischia guai seri, la figlia galoppando accorre a salvarlo: nelle sua mani sventola la bandiera Jugoslava. Trieste è liberata solo simbolicamente, ma Franz può dirsi orgoglioso di aver trasmesso alla figlia la coscienza del loro passato.

Dimentichiamo per un momento le polemiche che hanno imperversato intorno alla realizzazione di questo film e cerchiamo anche di fare un discorso disgiunto dalle tragiche vicende che hanno segnato la questione di Trieste alla fine e dopo la seconda guerra mondiale. Cerchiamo piuttosto di capire quello che un film comunica della cultura di cui è portatore, in questo caso della cultura slovena. A primo impatto si intuisce che la percezione storica della Slovenia su questi fatti è molto diversa da quella italiana. Se da parte italiana le rivendicazioni jugoslave su Trieste sono un tentativo di conquista, dall’altra parte la retorica jugoslava incitava alla liberazione di Trieste dai tedeschi. Certo, aggiungendo “Trst je naš”, “Trieste è nostra”. Ma ricordiamo che se un fatto storico è oggettivo, la sua interpretazione e la sua percezione sono molto soggettivi. Quello che noi studiamo come l’armistizio dell’8 settembre, in lingua tedesca viene significativamente definito Kapitulation (resa). Il film, da parte sua, sembra piuttosto comunicare, attraverso la sua caricatura, una coscienza storica che la Slovenia deve condividere con la ex-Jugoslavia.
Tornando invece all’accesa polemica che ha scatenato “Trst je naš”, il film è stato accusato dall’Unione degli Istriani di “istigazione all’odio razziale” e di essere una “complessa operazione di recupero dell’”epopea titina”. In realtà nel film si vedono degli Sloveni nostalgici inscenare una finta guerra di liberazione contro i Tedeschi, e nessuna azione contro gli Italiani.
Neanche durante la proiezione della prima si è assistito a rimostranze anti-italiane da parte del pubblico, e nemmeno ad incitamenti filo titini o nostalgici di quel periodo. Certo può rimanere il dubbio che una certa strumentalizzazione politica del film si sia fatta. I finanziamenti statali, la decisione della Rtv di diffonderlo, la scelta della prima proiezione a Sesana al confine con Trieste, il titolo provocatorio e che nulla lascia intendere sul contenuto ironico del film fanno un po’ insospettire. Sarebbe stato però più opportuno un atteggiamento cauto da parte italiana nei confronti di un film prima della sua visione, e la dichiarazione di Frattini non ha fatto altro che alimentare il tamtam mediatico. Se un intento provocatorio da parte slovena c’era davvero, un po’ più di riserbo italiano avrebbe contribuito a smorzarne la portata."


Venerdì vado a vederlo (o almeno ci provo) a Scuola Interpreti. Penso che sia un dovere civile. Contro le strumentalizzazioni politiche e chi fomenta gli odi tra etnie diverse. Ancora in questa città, dopo 60 anni.

martedì 24 novembre 2009

Ultima Sigaretta

"Adesso che son qui, ad analizzarmi, sono colto da un dubbio: che io forse abbia amato tanto la sigaretta per poter riversare su di essa la colpa della mia incapacità? Chissà se cessando di fumare io sarei divenuto l'uomo ideale e forte che m'aspettavo? Forse fu tale dubbio che mi legò al mio vizio perché è un modo comodo di vivere quello di credersi grande di una grandezza latente. Io avanzo tale ipotesi per spiegare la mia debolezza giovanile, ma senza una decisa convinzione. Adesso che sono vecchio e che nessuno esige qualche cosa da me, passo tuttavia da sigaretta a proposito, e da proposito a sigaretta. Che cosa significano oggi quei propositi? Come quell'igienista vecchio, descritto dal Goldoni, vorrei morire sano dopo di esser vissuto malato tutta la vita?"
(Italo Svevo, La coscienza di Zeno)

Ho smesso di fumare più di un anno fa, ormai. Quando abbandoni una dipendenza una parte di te cerca di rimpiazzarla subito con un'altra (e ci riesce, perchè possiamo essere dipendenti da qualunque cosa). C'è però un'altra parte di te che non riesci più a riaddormentare e che ti pizzica ogni volta che ti racconti balle. Insomma, quello che cambia davvero è che non spendi più tanti soldi per fare qualcosa che il mondo intero (e tu per primo) considera sbagliato. Per il resto, rimani lo stesso coglione di sempre.

giovedì 19 novembre 2009

Simiglianza...



Ugo Foscolo / Jim Morrison



(...) Il pudor mi fa vile e prode l'ira:

Cauta in me parla la ragion; ma il core

Ricco di vizi e di virtù, delira

Morte, tu mi darai fama e riposo.


Ugo Foscolo, Sonetti, 1801-1802

lunedì 16 novembre 2009

Il giovane sole



Sandro Botticelli, Magnificat

Breve fu il sogno -
già ritorno ai miei panni severi.
Oh!una nube ti porta via!

Muovendomi
a passo di tua danza
ora candida cerva
ora stella diana
ora ellera selvaggia
ora soffio del vento

t'inseguo
per valli e rivi
di selva in selva
per campi e clivi
di poggio in poggio

Come lume riflesso
(di luna il volto)
miro il tuo galoppo infinito
o mio giovane sole


Una pioggia citrina anima strati d'oro
nella zolla stanca
evoca nuove fioriture -

il citiso sanguigno
la digitalis loevigata
il dondolino
la vescicaria
il caprifoglio etrusco
la fragola vellutina
il cardo del prato
la primula gialla
il ranuncolo
la scorzonera barbuta
il dente di leone
la ginestra odorosa

Perchè dal fango nasce l'oro?

Vlada Acquavita, Herbarium mysticum Clausole medievali (2007)

domenica 15 novembre 2009

The Addiction o della dipendenza dal Male


The Addiction, Abel Ferrara (1995)
Il fenomeno del vampirismo - per la sua natura ambigua e sospesa tra due modi dell'essere (vita e morte) - diventa un punto d'osservazione privilegiato. Dalla terra di nessuno, dei non-morti (o non-vivi...) il panorama si apre su un abisso. L'abisso della non esistenza che è sempre davanti al nostro ego e che l'uomo crede di poter affrontare solo narcotizzandosi, sviluppando una dipendenza.
L'irruzione del Male nella vita dell'uomo produce uno strano effetto: porta sì alla morte, ma è anche un'occasione per conoscere la propria natura. Ed è una natura irrimediabilmente malvagia, stigmatizzata dal bisogno.
Prima di affondare i denti e propagare il contagio della coscienza oscura di ciò che si è nel mondo della paura e del bisogno, il vampiro chiede alla sua vittima di cacciarlo, di mandarlo via "ma volendolo veramente".
Nessuno ci riesce. L'unico che lo fa è un prete che non esercita la forza di volontà, ma la volontà stessa, quella "filosofica", quella di colui che è un tutt'uno con se stesso e con l'Essere.
Girato in bianco e nero. La protagonista è stupenda. Da vedere...

venerdì 6 novembre 2009

Bentornato dottor Faust


L'Immaginario del Dottor Parnassus di Terry Gilliam
Visto ieri sera. Sono d'accordo parola per parola con la recensione di Maurizio Porro sul Corriere della Sera:
"Fiera delle meraviglie, sogno-incubo, il primo comandamento del cinema di Terry Gilliam, un fratello Grimm sul set, il più verace sofferto visionario, con Tim Burton, del cinema di oggi. In questa versione del Faust col mago dei prodigi che baratta l' eterna giovinezza con la figlia, la parola non riesce a stare al passo con un eccesso di sconfinata fantasia. La malinconia della morte di Heath Ledger aleggia, ma tre affettuose controfigure (Farrell, Law e Johnny Depp) mimano l' eternità additando i veri immortali, i divi. " (di Maurizio Porro, Il Corriere della Sera, 23 ottobre 2009)
La cosa che non ho capito è se alla fine Parnassus perde definitivamente la sua anima (Valentina) oppure no...

mercoledì 4 novembre 2009

lunedì 2 novembre 2009

Corpo, ludibrio grigio con le tue scarlatte voglie...





Corpo, ludibrio grigio con le tue scarlatte voglie,
fino a quando mi imprigionerai?
anima circonflessa,
circonfusa e incapace,
anima circoncisa,
che fai distesa nel corpo?

Alda Merini


A casa non ho TV e ancora per 10 giorni nemmeno Internet. L'ho saputo stamattina che ieri 1 novembre 2009 è morta Alda Merini. Ecco perchè la notte appena trascorsa è stata così difficile da dormire. Nella mia testa un ossessivo ripetersi di tre versi da Christabel di Coleridge:


There she sees a damsel bright,
Dressed in a silken robe of white,
That shadowy in the moonlight shone...


Bella signora folle, grazie per i tuoi versi. E che se ne vadano affanculo tutti quelli che ora ti celebrano ma che in fondo non sanno proprio cosa farsene dei poeti.