lunedì 18 ottobre 2010

Soffocare



"Possiamo passare la vita a farci dire dal mondo cosa siamo. Sani di mente o pazzi. Stinchi di santo o sessodipendenti. Eroi o vittime. A lasciare che la storia ci spieghi se siamo buoni o cattivi. A lasciare che sia il passato a decidere per il nostro futuro. Oppure possiamo scegliere da noi. E forse inventare qualcosa di meglio è proprio il nostro compito."
(C. Palahniuk, Soffocare)

venerdì 15 ottobre 2010

Le 10 regole del controllo sociale

La manipolazione mediatica ormai non ha confini. Il consenso politico e quello d'opinione è regolato attraverso ben precise strategie mediatiche che si appoggiano su 10 regole di base. Noam Chomsky ci aiuta a svelare l'inganno

In questi giorni di forte instabilità politica si riaccendono i toni e si rimescolano i temi che hanno animato il calderone mediatico degli ultimi 15 anni: sicurezza, giustizia, economia, tradimento, sesso. Nel nostro Paese succede che molti ingenui continuino ad esempio a meravigliarsi delle boutade del presidente del Consiglio, limitandosi a bollare barzellette e proclami del premier brianzolo come uscite inammissibili, senza considerare quanta macchinazione logica stia dietro ad ogni singola affermazione. Un meccanismo ben oliato a cui fanno ricorso non solo uomini politici, ma esperti di marketing e uomini di potere in genere. Un noto studioso di linguistica come Noam Chomsky ha stilato una lista di 10 regole, che vengono utilizzate per drogare le menti, ammaliandole, confondendo in loro ogni percezione, rimescolando realtà e fantasia, evidenza e costruzione illusoria. Ecco quali sono:

1-La strategia della distrazione
L’elemento primordiale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel deviare l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dei cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche, attraverso la tecnica del diluvio o inondazioni di continue distrazioni e di informazioni insignificanti. La strategia della distrazione è anche indispensabile per impedire al pubblico d’interessarsi alle conoscenze essenziali, nell’area della scienza, l’economia, la psicologia, la neurobiologia e la cibernetica. “Mantenere l’Attenzione del pubblico deviata dai veri problemi sociali, imprigionata da temi senza vera importanza. Mantenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza nessun tempo per pensare, di ritorno alla fattoria come gli altri animali (citato nel testo “Armi silenziose per guerre tranquille”).

2- Creare problemi e poi offrire le soluzioni
Questo metodo è anche chiamato “problema- reazione- soluzione”. Si crea un problema, una “situazione” prevista per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che si desiderano far accettare. Ad esempio: lasciare che si dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, o organizzare attentati sanguinosi, con lo scopo che il pubblico sia chi richiede le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito della libertà. O anche: creare una crisi economica per far accettare come un male necessario la retrocessione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.

3- La strategia della gradualità
Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, a contagocce, per anni consecutivi. E’ in questo modo che condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte durante i decenni degli anni 80 e 90: Stato minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione in massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero state applicate in una sola volta.

4- La strategia del differire
Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria”, ottenendo l’accettazione pubblica, nel momento, per un’applicazione futura. E’ più facile accettare un sacrificio futuro che un sacrificio immediato. Prima, perché lo sforzo non è quello impiegato immediatamente. Secondo, perché il pubblico, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che “tutto andrà meglio domani” e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato. Questo dà più tempo al pubblico per abituarsi all’idea del cambiamento e di accettarlo rassegnato quando arriva il momento.

5- Rivolgersi al pubblico come ai bambini
La maggior parte della pubblicità diretta al gran pubblico, usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, molte volte vicino alla debolezza, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente mentale. Quando più si cerca di ingannare lo spettatore più si tende ad usare un tono infantile. Perché? “Se qualcuno si rivolge ad una persona come se avesse 12 anni o meno, allora, in base alla suggestionabilità, lei tenderà, con certa probabilità, ad una risposta o reazione anche sprovvista di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno (vedere “Armi silenziosi per guerre tranquille”).

6- Usare l’aspetto emotivo molto più della riflessione
Sfruttate l'emozione è una tecnica classica per provocare un corto circuito su un'analisi razionale e, infine, il senso critico dell'individuo. Inoltre, l'uso del registro emotivo permette aprire la porta d’accesso all’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o indurre comportamenti….

7- Mantenere il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità
Far si che il pubblico sia incapace di comprendere le tecnologie ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù. “La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza dell’ignoranza che pianifica tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare dalle classi inferiori".

8- Stimolare il pubblico ad essere compiacente con la mediocrità
Spingere il pubblico a ritenere che è di moda essere stupidi, volgari e ignoranti...

9- Rafforzare l’auto-colpevolezza
Far credere all’individuo che è soltanto lui il colpevole della sua disgrazia, per causa della sua insufficiente intelligenza, delle sue capacità o dei suoi sforzi. Così, invece di ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto svaluta e s’incolpa, cosa che crea a sua volta uno stato depressivo, uno dei cui effetti è l’inibizione della sua azione. E senza azione non c’è rivoluzione!

10- Conoscere gli individui meglio di quanto loro stessi si conoscano
Negli ultimi 50 anni, i rapidi progressi della scienza hanno generato un divario crescente tra le conoscenze del pubblico e quelle possedute e utilizzate dalle élites dominanti. Grazie alla biologia, la neurobiologia, e la psicologia applicata, il “sistema” ha goduto di una conoscenza avanzata dell’essere umano, sia nella sua forma fisica che psichica. Il sistema è riuscito a conoscere meglio l’individuo comune di quanto egli stesso si conosca. Questo significa che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un controllo maggiore ed un gran potere sugli individui, maggiore di quello che lo stesso individuo esercita su sé stesso.

Fonte: Res Marche

giovedì 14 ottobre 2010

La linea morbida

Cito testualmente dall'articolo di La Repubblica sul casino ultra-calcistico di Genova:

SINDACO: "CHI LI HA FATTI ENTRARE?" -  "Mi domando una cosa: chi ha permesso a questi disgraziati di entrare in Italia?". E' quanto si chiede il sindaco di Genova, Marta Vincenzi, ancora scossa per quanto accaduto ieri sera, in occasione della gara, mai disputata, tra gli azzurri e la Serbia. "Va fatta chiarezza. Non è possibile distruggere un pezzo di città, oltre che portare un'ombra ancora più pesante sul calcio, per non aver saputo prevenire. Secondo me, è mancata a monte la capacità di individuare questi delinquenti". La Vincenzi rivela tra l'altro che "diverse ore prima, alcune centinaia di questi che non possono chiamarsi tifosi si sono radunati. Dopo una fase iniziale in cui sembravano chiassosi, scomposti ma non particolarmente delinquenziali, hanno cominciato a correre, sono volate bottiglie, sono stati imbrattati muri preziosi di palazzi antichi e hanno cominciato a fare i loro bisogni ovunque". Il sindaco si era anche messo in contatto con la questura "e mi sono sentita dire che gli agenti erano lì ma che quelli erano dei delinquenti e si doveva evitare che finisse in tragedia. Ho capito che c'era una linea morbida per evitare la tragedia".

Io mi porrei un'altra domanda: com'è possibile che la Questura abbia deciso per la "linea morbida" con tanto di omoni tatuati e superviolenti e invece abbia seguito una linea dura, sempre a Genova, (ricordate?) con studenti ventenni ammassati in una scuola?!?!?
Non sono a favore dei pestaggi, no, ma che ci si metta i guanti di velluto in casi come questo e invece si passi alle manganellate con gente disarmata, beh, oltre che strano, puzza di vigliacco.


Genova, Italia - Serbia (2010): linea morbida




Genova, G8 - Scuola Diaz (2001): linea dura


mercoledì 13 ottobre 2010

Annozero. Zero per due puntate.



Errare è umano... ma perseverare è diabolico.
Ovviamente non mi riferisco a Santoro, che perseveri con la benedizione di tutti (se ce la fa, e prima che tentino di eliminarlo fisicamente), ma a quelli che continuano a imbavagliarlo.

"Non scotta più la poltrona di Mauro Masi: brucia, ormai. E in preda a una crisi di nervi, in cerca di una via d’uscita, il direttore generale della Rai è pronto a forzare leggi e regolamenti: ora pensa addirittura di licenziare Michele Santoro. Intanto, la lettera è stata consegnata stamattina, il conduttore di Annozero è stato sospeso per dieci giorni lavorativi, a partire dal 18 ottobre. Retribuzione a parte, significa due settimane di stop per il programma...."

(leggi tutto l'articolo su Il Fatto Quotidiano)

L'imbalsamatrice... intervistata da Laura

Ecco un estratto:

Un altro tema de L’imbalsamatrice è l’amicizia tra donne, una rete solidale cui si può far ricorso in ogni momento, un porto sicuro. Quanto è importante, secondo te, che possa rappresentare anche uno spazio di leggerezza?

In realtà le donne dell’Imbalsamatrice assomigliano anche agli uomini, mi piaceva l’idea di creare dei personaggi ibridi, indebolendo il genere sessuale e mantenendo vivi i temperamenti. Lisa, N., Silvia, Beatrice potrebbero essere anche dei ragazzi, non hanno aneliti particolarmente femminili. La leggerezza invece è precisa e ambigua allo stesso tempo, com’è scritto a un certo punto nel romanzo: Gli escrementi sono l’unico indizio di una dimensione interiore degli uomini, credo l’abbia detto Lacan, non proprio con questa formula. Questo per dire che il profondo viaggia in superficie, ci conosciamo tramite l’esterno, non l’interno, ma la “profondità”, nel linguaggio comune, con tutte le sue derive moralistiche, è uno di quei miti che mi stanno sulle palle. Tutti vogliono essere profondi, interiori, spirituali senza capire che la “leggerezza” è ciò che di più profondo abbiamo a disposizione, anche perché dà per acquisite e superate tutta una serie di analisi introspettive. È un passo in più, non in meno.


Per leggere tutta l'intervista fate clic sul titolo :)