giovedì 29 settembre 2011

Qualche "segreto" dei 101

La settimana scorsa ho partecipato a una commemorazione. La persona che non c'è più e della quale i suoi amici hanno voluto e vogliono tenere vivo il ricordo si chiama Luciano Comida. Comida in questa dimensione era uno scrittore, un giornalista, un appassionato di musica e molte cose, immagino. Io non lo conoscevo, me l'avevano solo presentato anni fa (amici in comune), ma non ci siamo mai frequentati.
Però, nella pubblicazione che quella sera della scorsa settimana veniva distribuita ai partecipanti e che raccoglie qualche ricordo scritto dai suoi amici (a loro volta scrittori e giornalisti) ho trovato alcune cose sue che fanno parte dei "101 segreti che ho imparato lottando contro il tumore". Qualcuno di questi segreti lo voglio scrivere qui:

Guardare nel proprio abisso, consapevoli che dentro di noi ci sono lati oscuri e insidiosi. Non nasconderlo sotto il tappeto né negarne l’esistenza.
Ringraziare senza esitazione.
E’ meno grave che se fosse peggio. E dunque (oltre un certo limite) piangersi addosso è inutile e controproducente.
Costruirsi quotidiane oasi di serenità/piacere/rilassamento: sono aiuti nei momenti difficili.
Ridere di se stessi.
Signore, dammi la forza di cambiare le cose che posso cambiare. Signore, dammi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare. E soprattutto, Signore, dammi la saggezza di distinguere tra esse.
Dire “ho sbagliato, è colpa mia…”. Non esitare mai ad ammettere le proprie colpe e responsabilità. Non esitare né davanti agli altri né davanti a noi stessi.
Non scherzare col fuoco dell’attrazione sessuale: il miglior modo per non tradire è non fare nemmeno il primo passo.
L’amore è una pianta che va nutrita accudita bagnata protetta coccolata ogni giorno e ogni giorno.
Una parola alla volta (disse Stephen King a chi gli chiese come fa a scrivere libri così lunghi). Lo stesso è per noi, in ogni cosa che facciamo.
Mezzi e fini non devono essere separati: i mezzi ci dicono moltissimo sui fini.
Il comportamento a specchio: spesso ci trattano come noi li trattiamo. O comunque abbiamo fatto il possibile.
Cucinare senza ricetta è piacevole, una continua scoperta sensoriale.

1 commento:

Nick Parisi. ha detto...

Conosco il male, avendo avuto mia madre ammalata a 46 di cancro, che posso dire?
Lo scrittore ha ragione, la vita è una vittoria giorno per dopo giorno e come tale va assaporata.