sabato 7 marzo 2009

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Senti la tua
candida pelle
leggera, imbelle
legata a tante
aride carezze,
pura e imbrattata,
sola e battuta
e tu lì
a girare nella stanza
come una suola
nella notte solitaria
con l'aria di coloro
che non sanno
ma amano
e amano il danno
l'affanno dei giorni solitari
- hei, amico, che ti pare? -
Tu sei sempre là
dove appare
l'anima di un qualunque mito
trito e ritrito
il giogo, il luogo, il rogo
Fai, vai a fondo
non ti fermare
guarda quanto è profondo il tuo cadere
e risalire. Lei giace
e tu sei debole
lecito il battito e piccolo
il lascito.
Uomo, nuota e bevi
ma non smettere
di respirare

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