martedì 10 maggio 2011
La polena
Sono nel mare del naufragio volontario
E incognita è la rotta per il nuovo mondo
Finis terrae che scava nel profondo
da lontananze immemori le danze
delle onde e il sale,
lo scafo scricchiolante, il male
di un’aperta solitudine in cui l’occhio
come relitto affonda
“Solo mare capitano…”
nulla, da giorni e giorni e notti liquide
come pensieri e nitide
com’erano i miei occhi.
Avevo gli occhi azzurri,
me lo ricordo ora
ora che sono grigi e non mutano colore
non cambiano più
al salire del vento
ma una volta, sì, una volta i miei capelli
erano lunghi e biondi
scendevano come luce tra le vele
me lo ricordo bene, ora…
Avevo una mente sveglia e voglia di viaggiare
Amavo la forma delle cose, senza necessità morale
Ero leggera e forte, di quella forza giovane
Aggressiva, spinta in avanti a battere le onde,
A farti scudo, marinaio, dalla mala sorte
I demoni marini non turbavano il tuo sonno
E libera da sirene era la tua veglia,
ma ora, marinaio, il legno è consumato
nel verde di altri mari affonda la tua chiglia
nei quali cerchi quella che solo io son stata
ti resta tra le mani un guscio di conchiglia.
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